Gli studenti e le studentesse del corso di Fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, coordinati dalla prof.ssa Michela Fabbrocino e dal prof. Giuseppe Bolognini, parteciperanno alla 7° Biennale dei Giovani Fotografi di Bibbiena. L’Evento si terrà il 18 e il 19 settembre 2021. 


A rappresentare l’Accademia vi sono differenti visioni legate al macro tema del viaggio.
Daisy Peluso mette in scena la convergenza tra icone in un anacronismo applicato a immagini di forte influenza rinascimentale combinate con oggetti contemporanei, rappresentate in un duello estetico ed espressivo tra presente e passato.
Chiara Ucini si indaga sul delicato periodo di transizione che vede una giovane fanciulla divenire donna, un viaggio introspettivo in continuo conflitto con il proprio corpo, anche Federica Urso racconta in immagini libere, spontanee e intime il dialogo con sé stessa. L’introspezione si delinea inoltre nello sguardo di Alessia Maria Giuria che affronta una presenza/assenza in un anno, il 2020, in cui è la stessa quotidianità che nega il viaggio. Un’esperienza estrema che ci spinge a vivere entro i limiti, a vagliarli e ad accettarli. Emanuela Venuti ricerca nel viaggio la reale condizione dell’essere umano: errante per nascita. La visione di Giada Capone si concretizza nella durezza di un canile, la cui idea di viaggio si trasforma nell’evasione degli animali dalla propria reclusione. Francesco Arnesano invece racconta, attraverso interventi di glitch art, un viaggio confidenziale, legato al proprio territorio, quello pugliese. Per Samanta Di Comite l’assenza presente, la nuova mancanza che disegna e segna, vuol dire osservare il vuoto mentre viaggia fra le sue nuove forme e muta le vene di un corpo vegetale in una rinnovata bellezza. Un cambio di rotta è visibile nei progetti di Cosimo Pastore e di Dafne Frasca, che affrontano il tema del viaggio in maniera tangibile. Il primo infatti fotografa Mady Sakho che dal Senegal intraprende il lungo percorso verso l’Italia. Dafne invece, prova ad immergerci in una trasposizione fotografica dei luoghi comuni legati alla figura del turista e alla società contemporanea. Gli scatti, infatti, raccontano in chiave dissacrante e ironica la vacanza di un’anziana signora. Meta del progetto è quella di esaminare minuziosamente lo stereotipo del forestiero, i suoi gesti e le sue manie.

 

 

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