LA DICERIA, LA FUGA E L’ESILIO. Un approccio alla costruzione delle soggettività comunitarie a partire dalla pratica artistica queer tra il 1969 e il 2020

 

“Raccontare la nostra storia ci aiuta a sapere chi siamo e a immaginare chi possiamo essere”. Questa conferenza presenta una ricerca che esplora come la pratica artistica queer abbia contribuito alla costruzione delle soggettività della comunità dissidente tra il 1969 e il 2020. Attraverso tre concetti chiave – diceria, fuga ed esilio – vengono tracciati percorsi simbolici e politici che rendono visibili i processi di identità, resistenza e memoria dei corpi queer.
Il progetto unisce teoria critica, archiviazione, autoetnografia e produzione artistica in una proposta che intreccia arte, attivismo e narrazione personale. Non è solo una tesi: è un atto di affermazione e di rottura. Arte, archivio e corpo si intrecciano qui come modi di nominare, narrare e resistere alla norma.

DICHIARAZIONE

Diceria, fuga ed esilio: la ricerca artistica come costruzione della soggettività dissidente

Questo convegno è strutturato come una riflessione critica sui processi di ricerca e produzione artistica legati alla costruzione identitaria del soggetto queer. Basata sulla tesi di dottorato di Carmelo Gabaldón López, ” El rumor, la huida y el exilio”, la proposta utilizza una metodologia ibrida, che combina analisi teorica, archivi orali, produzione audiovisiva e autoetnografia, per mappare le soggettività che emergono dalla dissidenza sessuale e si esprimono attraverso la pratica artistica contemporanea.

L’arte, in questo contesto, non è intesa come un oggetto finale, bensì come uno strumento di pensiero, di intervento simbolico e di enunciazione politica. I pezzi sviluppati durante il processo investigativo – installazioni, cartoline video, saggi audiovisivi, azioni sulle reti – compongono un corpus di lavori che dialoga direttamente con i tre atti proposti: la diceria come violenza strutturale e silenziamento; la fuga come transizione performativa verso altre forme di esistenza; e l’esilio come spazio di produzione simbolica, celebrazione e resistenza.

Questa ricerca si colloca all’intersezione tra arte e studi critici di genere e sessualità, proponendo una genealogia visiva delle identità queer dal 1969 a oggi, con particolare attenzione al contesto spagnolo. In questa intersezione, la pratica artistica appare come uno strumento di archiviazione affettiva, di memoria incarnata e di contro-narrazione alla narrazione egemonica.

Il convegno si propone come uno spazio di riflessione allargata attraverso l’arte, dove la produzione artistica non solo illustra ma genera anche conoscenza, ridefinisce immaginari e propone nuove possibilità di esistenza per corpi e soggettività che storicamente hanno vissuto ai margini.

 

30 maggio
Sessione 1 ore 9.00-12.00
Sessione 2 ore 14.00-16.00